Cemento dai rifiuti. È questa l’idea che un giovane ingegnere pugliese, Giuseppe Deleonibus ha sviluppato nella sua tesi di laurea dal titolo “Caratterizzazione e recupero di scorie del processo di incenerimento di rifiuti solidi urbani per la sintesi di cemento ordinario”.
Partendo dai problemi che lo smaltimento dei rifiuti pone in Italia e in Europa, Giuseppe Deleonibus ha cercato un’alternativa allo stoccaggio in discarica e all’incenerimento; sulla scorta dell’esperienza sullo sviluppo dell’eco-cemento sviluppata in Giappone, ha affrontato il problema del recupero di scorie provenienti da un termovalorizzatore e del loro riutilizzo nel processo produttivo del cemento.
Di seguito una sintesi dello studio. La descrizione completa è disponibile nel documento PDF allegato sotto.
“In Europa si produce più di un chilogrammo di rifiuti solidi urbani pro capite ogni giorno, pari a circa 200 milioni di tonnellate l’anno; a questa enorme quantità di rifiuti devono essere aggiunti i rifiuti di altro tipo (industriali, speciali, ecc.) il cui quantitativo è in continuo aumento. In Italia, circa il 70% dei rifiuti viene stoccato in discarica: le discariche legali si stanno rapidamente esaurendo e il rischio di inquinare il terreno e le falde acquifere con metalli pesanti e sostanze tossiche rappresenta un’emergenza ambientale molto impegnativa per il futuro.
L’alternativa allo stoccaggio dei rifiuti solidi urbani in discarica, soprattutto per quanto concerne i cosiddetti rifiuti non riciclabili, è quella dell’incenerimento, che però non risolve, comunque, radicalmente il problema delle discariche in quanto dall’incenerimento di una tonnellata di rifiuti si ottengono circa 30 kg di ceneri volanti e 300 kg di ceneri pesanti. Le ceneri volanti contengono quantità rilevanti di metalli pesanti (Zn, Pb, Cd, Cr, ecc.) e devono essere disposte in discarica controllata. Le ceneri pesanti, in Italia, vengono, nella maggioranza dei casi, poste in discarica ad un costo di circa 0.08÷0.10 €/kg e in percentuale minima utilizzate come materia prima nell’industria cementiera per la produzione di clinker (come previsto dai D.M. 5/2/97 “Decreto Ronchi” e D.M. 5/2/98)e dal D. M. 186/2006.
L’industria del cemento, fin dalle origini, è stata in grado di utilizzare rifiuti solidi come fonte di energia o di materia prima. Con riferimento al recupero in qualità di materia, i rifiuti possono essere impiegati sia in sostituzione delle materie prime naturali per la produzione del semilavorato (clinker), sia in parziale sostituzione del clinker nella produzione del cemento. Con il lavoro di tesi si è affrontato il problema del recupero di scorie (bottom ash), ossia ceneri di fondo prodotte all’interno della camera di combustione, provenienti dal termovalorizzatore FENICE S.p.A. di Melfi (PZ), proponendone l’impiego sia come aggiunte pozzolaniche ad un clinker industriale sia come componenti delle materie prime di alimentazione al forno.
La sperimentazione in laboratorio è stata proceduta da:
Studio della recente normativa nazionale e comunitaria in materia di gestione dei rifiuti
Ricerca, attraverso la bibliografia nazionale e internazionale, di esempi significativi di trattamento e recupero di bottom ash, per dedurre da questi spunti operativi
Esame dei cementi attualmente commercializzati in Italia
Analisi del processo di incenerimento dei rifiuti solidi urbani adottato nell’impianto FENICE
È stato quindi sperimentato un sistema innovativo che permette di produrre un materiale utilizzabile dalle cementerie. Ciò in prospettiva permetterà di limitare la costruzione di discariche controllate, una immediata ed economica disponibilità di materie prime per le cementerie e un considerevole risparmio per le aziende che smaltiscono gli Rsu tramite incenerimento. Il prodotto che deriva dal processo di trattamento realizzato da noi è composto all’70-80% da un mix di calcare, argilla o sabbia silicea e da un 20-30% di scorie “pesanti”.