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Il Governo Berlusconi ha raggiunto l’accordo con le Regioni e ha varato il cosiddetto “Piano Casa” che vuole sia semplificare le procedimenti di richiesta dei permessi per i privati, sia l’ampliamento del numero di alloggi a canone agevolato.
Dal nuovo Piano Casa appena varato grazie all’accordo raggiunto con la Conferenza delle Regioni giungono importanti novità che interessa sensibilmente tutto il settore dell’edilizia. Il Governo, innanzitutto, esprime la sua intenzione di realizzare nuove costruzioni a “canone agevolato”, quindi semplifica notevolmente la procedura e i tempi per ottenere tutti i permessi necessari.
A favore delle famiglie
La possibilità, prevista dal piano, di incrementare la cubatura di un appartamento è volutamente una soluzione finalizzata ad invogliare le famiglie italiane ad investire, in questo momento di rallentamento dell’economia, per un qualcosa di durevole e importante qual è la casa. Ma, naturalmente, si tratta anche di un tentativo di dare un po’ di vivacità al settore delle costruzioni.
Semplificazioni:
La riduzione delle materie di competenza statale rappresenta un altro obiettivo centrale del decreto legge insieme alla definizione di tempi sicuri e brevi per il rilascio di tutte le autorizzazioni utili all’avvio del lavoro che rispetteranno sempre tutti i principi della legislazione urbanistica e della pianificazione comunale. 90 giorni è il limite entro cui le Regioni devono concedere i permessi.
Inoltre, altro aspetto centrale, è anche l’incentivazione all’uso del Dia in sostituzione del permesso a costruire (ex concessione edilizia). Le semplificazioni riguardano anche la Vas, ossia la Valutazione ambientale strategica, e le autorizzazioni per le costruzioni in zone sismiche.
Chi include e esclude la norma
Inoltre sono inclusi anche gli immobili commerciali e industriale.
Ad essere esclusi, invece, sono i condomini, naturalmente le aree sottoposte a vincolo, tutti i beni culturali e le zone di particolare pregio paesaggistico, le zone in cui non è possibile edificare, gli edifici abusivi e i centri storici.
Gli interventi non devono riguardare volumi che superano i 200 metri cubi.
Le Regioni
Regioni e Governo hanno stabilito insieme che gli ampliamenti non potranno superare il 20% della cubatura totale di un’abitazione esistente e il 35% in caso di demolizione e ricostruzione nel rispetto di criteri di bioedilizia ed efficienza energetica.
Ma le stesse Regioni, singolarmente, potranno comunque superare tali parametri in virtù della potestà legislativa in materia di edilizia e urbanistica riconosciuta loro dalla Costituzione.
Fonte: Il Sole 24Ore
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